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Era già tutto scritto!

Parità di genere
Parità di genere

Era già tutto scritto!

Negli ultimi anni il dibattito sulla parità di genere si è fatto sempre più acceso in tutto il mondo. Anche in Italia, nell'ambito degli interventi di promozione dei diritti e delle libertà fondamentali, particolare attenzione è stata posta agli interventi a sostegno del principio della parità di genere in tutte le sue forme e attività.

E sicuramente avere un Primo Ministro donna rappresenta un passo decisivo per quanto riguarda il raggiungimento di questo obiettivo.

Recentemente la Commissione europea nella comunicazione relativa alla strategia per la parità di genere 2020-2025 ha sottolineato che finora nessuno Stato membro ha realizzato la parità tra uomini e donne: i progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni; nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale. 

Allo stesso tempo, il raggiungimento a livello globale dell'uguaglianza di genere e della emancipazione di tutte le donne rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.

In Italia, l'azione legislativa negli ultimi anni si è focalizzata sul mondo del lavoro, che è stato oggetto di numerosi interventi normativi volti a riconoscere equiparazione dei diritti e maggiori tutele alle donne lavoratrici.

In questa direzione vanno, in particolare, le disposizioni volte a favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro (anche attraverso un bonus per servizi di baby-sitting) e il supporto alla genitorialità, nonché le disposizioni per il contrasto delle cosiddette dimissioni in bianco.

Sono stati inoltre rafforzati gli strumenti di sostegno finalizzati alla creazione e allo sviluppo di imprese a prevalente o totale partecipazione femminile.  

La legge n. 162/2021 prevede la Certificazione della Parità di Genere per ridurre le disparità sul posto di lavoro. Una misura che il Governo ha inserito nel PNRR – Missione 5, “Inclusione e Coesione” - destinandovi 10 milioni di euro.

Attraverso la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 sono state definite le linee guida inerenti alle Politiche di parità di genere, con l’obiettivo di avviare un percorso sistemico di cambiamento culturale nelle organizzazioni al fine di raggiungere una più equa parità di genere, superando la visione stereotipata dei ruoli, attivando i talenti femminili per stimolare la crescita economica e sociale del Paese.

Il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio a breve pubblicherà un avviso pubblico per l’erogazione dei contributi per i servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione delle PMI e dei contributi per i costi di certificazione della parità di genere.

Ancora una volta è importante sottolineare che la UNI/Pdr 125:2022 affonda le proprie radici nella nostra Carta costituzionale; in particolare, poggia la propria architettura sistemica su due articoli: l’art. 3.1 (uguaglianza formale) e l’art. 3.2 (uguaglianza sostanziale).

Va anche detto che il rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza non può e non deve essere inteso soltanto in un senso rigido e formale.

Con gli articoli 37, 51 e 117 i nostri Padri costituenti vollero anche sancire l’impegno al lavoro femminile a parità di diritti e retribuzione e che costituiva preciso obbligo rimuovere tutti gli ostacoli che potessero impedire la piena parità nella vita sociale.

A rafforzare, quindi, la portata del principio di uguaglianza in senso formale, le democrazie si sono dotate del cosiddetto principio di uguaglianza sostanziale.

Quest’ultimo va ad agire direttamente sulle categorie svantaggiate, stabilendo il dovere dello Stato di rimuovere, attraverso misure speciali, gli ostacoli che impediscono la piena uguaglianza tra i cittadini.

Il compito fondamentale dell’uguaglianza sostanziale è, infatti, quello di rendere pienamente efficace il principio di uguaglianza formale.

Numerosi sono anche i vantaggi e gli incentivi previsti per le aziende che decidono di conseguire la certificazione di genere.

Infatti, per l’anno 2022, alle aziende private che siano in possesso della certificazione di Parità di Genere è concesso, nel limite di 50 milioni di euro, un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.

L’esonero è determinato in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda, riparametrato e applicato su base mensile.

Inoltre, alle aziende private che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della Certificazione sulla Parità di Genere è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Per le aziende che sono certificate è previsto, poi, anche un punteggio aggiuntivo in graduatoria per appalti e gare pubbliche e, in riferimento a queste ultime, anche la riduzione del 20% della garanzia fideiussoria per la partecipazione.

E’ giusto ricordare che nelle varie versioni dello schema di decreto legislativo del Nuovo Codice appalti, all'esame del Parlamento, si è passati dall’obbligatorietà alla semplice “possibilità” di prevedere premi o altre misure sul tema. Dopo le polemiche scatenate da questa modifica, pare che il testo sia ancora in discussione e passibile di modifiche.

Da più parti sono sollevati infatti appelli a premiare le aziende più virtuose.

In conclusione con l’introduzione della UNI/PdR 125, si iniziano a mettere a punto strumenti concreti e verificabili per affrontare il cambiamento verso l’equità di genere.

L’impegno delle aziende per il raggiungimento di una più equa parità di genere e i risultati ottenuti potranno essere misurati e certificati, con l’obiettivo di colmare i gap esistenti, incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo.

Anna Greco

Se vuoi saperne di più:

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